UNIMRI - Unione Nazionale Insigniti Ordine al Merito della Repubblica Italiana
75° Anniversario
Eccidio delle Fosse Ardeatine
Bari, domenica 24 marzo 2019
COMMEMORAZIONE DEL 75° ANNIVERSARIO
DELL'ECCIDIO DELLE FOSSE ARDEATINE
FILMATO PRIMA PARTE
Q ui sotto: il manifesto, l'invito, la cartolina
Bari, 24 marzo 2019 - Sacrario Caduti d’Oltremare - L’Unione Nazionale Insigniti Al Merito della Repubblica Italiana (UNIMRI) ha commemorato il 75° Anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.
Una cerimonia essenziale, in un’atmosfera di grande cordialità sui volti degli intervenuti, nella prima mattinata, rinunciando a un po’ di sonno in più, per rendere il giusto tributo di ringraziamento, nel ricordo di una morte ingiusta, voluta solo per voglia di vendetta, in una rivalsa tanto stupida quanto crudele, verso persone innocenti, incolpevoli dell’accaduto. Un comportamento vergognoso per un militare che è tenuto ad onorare un codice d’onore che la divisa e il suo status gli impongono. Kesselring, Kappler e Priebke si macchiarono di questa infamia.
Tantissime le Autorità che hanno voluto essere presenti alla cerimonia. Il Presidente della regione Puglia, Dott. Michele EMILIANO, impegnato in compiti istituzionali, ha inviato un messaggio di saluto, così come ha fatto il presidente onorario dell’UNIMRI, il Comm. Gen. C.A. Michele TORRES, in Austria per impegni lavorativi.
Per il sindaco Ing. Antonio DECARO, è intervenuta l’Assessore allo Sviluppo Economico, Dott.ssa Carla PALONE, accompagnata dal Comandante della Polizia Locale di Bari, Dott. Gen. B. Michele PALUMBO. Da Molfetta è intervenuta la Vice Sindaco, Dott.ssa Sara ALLEGRETTA. Il Dott. Carmine ESPOSITO, Questore di Bari, ha delegato il Dott. Antonio LOPERFIDO. Il Gen. B. Nicola ALTIERO ha delegato un Ten. Col. suo Capo Ufficio. Il Ten. Col. Massimiliano D’ANNA ha rappresentato il Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri Col. Fabio CAIRO. Per il Gen. B. Giorgio RAINÒ Comandante del Comando Militare Esercito PUGLIA c’era il Ten. Col. Sergio Fausto SUMA. Il Ten. Col. Massimo Cosimo DE CANDIA ha rappresentato il Gen. B. Francesco BRUNO Comandante della Brigata PINEROLO. Per il Contrammiraglio Giuseppe MELI Comandante Marittimo della Puglia e Basilicata Jonica c’era la S. Ten. V. Elisabetta CANDELORO. La sorella Teresa ROMANO, Ispettrice Provinciale del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, è intervenuta accompagnata dalla Sorella Teresa BUX. Non sono riuscito ad avvicinare, a causa del poco tempo a mia disposizione, i Vigili del Fuoco che ho intravisto. Moltissimi i rappresentanti delle Associazioni d’Arma e Corpi di Polizia. La sala della conferenza non è stata sufficientemente grande per accogliere tutti i presenti che ringrazio ancora vivamente per la loro partecipazione. Tantissimi gli Insigniti associati All’UNIMRI presenti.
Il soprano Teresa DE BENEDITTIS, accompagnata al piano dal maestro Emanuele PETRUZZELLA ha accarezzato il nostro udito con due brani adatti all’occasione, attenuando il pathos dell’atmosfera creata dalle voci dei due readers Luciana DE PALMA e Alberto TARANTINI.
La conferenza dell’ON. Gero GRASSI, minuziosa e ricca di notizie inedite, pur nella brevità dell’esposizione, ha focalizzato l’attenzione dei presenti, coinvolgendoli emotivamente.
Ho ringraziato tutti gli intervenuti, dando appuntamento alla mostra documentaria fotografica sulle foibe e l’esodo Giuliano Dalmata che l’UNIMRI organizzerà, con la Sezione di Barletta, dal prossimo 17 aprile al primo maggio, presso la sede dell’Archivio di Stato di Bari, con la sua collaborazione, per la quale la Giunta del Comune di Bari ha già comunicato il proprio patrocinio. Cav. Giovanni PORCARO
HANNO SCRITTO DI NOI
DOPO LA CERIMONIA
SACRARIO MILITARE CADUTI D’OLTREMARE BARI.
Hanno avuto coraggio ad invitarmi, perché sanno che non parlo per circostanza, ma per verità. Non nascondo che sono emozionato. Sono nato e vissuto, nella città di Terlizzi, nel culto di due Martiri delle Fosse Ardeatine: il sacerdote don Pietro Pappagallo, protagonista del film di Roberto Rossellini, ‘Roma città aperta’ e del film ‘La buona battaglia con Flavio Insinna e il professore comunista anarchico Gioacchino Gesmundo, che fu alunno di Giovanni Modugno e docente dell’ex presidente della Camera dei Deputati Pietro Ingrao, che di lui tracciò un bellissimo ricordo nel libro ‘Le cose impossibili’.
Don Pietro Pappagallo e Gioacchino Gesmundo sono amici. Si prodigano per salvare gli ebrei e i perseguitati dal nazifascismo. Sono entrambi medaglie d’oro. Per tre legislature ho rappresentato la Camera dei Deputati alla cerimonia toccante che anche quest’anno si tiene a Roma alle Fosse Ardeatine. Ero presente anche domenica 27 marzo 2011, quando il Papa tedesco Benedetto XVI venne in pellegrinaggio a ricordare l’eccidio dei connazionali che avevano perso ogni senso di umanità nella spietatezza del nazismo. Pensavo di essere libero quest’anno. La cerimonia mi sarebbe mancata. Poi l’invito per oggi. Grazie. Bellissimo essere qui con voi.
Le Fosse Ardeatine vanno ricordate per coloro i quali persero la vita, ma anche perché la democrazia e la libertà non sono mai punto di arrivo. Sono conquista e difesa quotidiana. Le Fosse Ardeatine non sono solo il passato. Devono sempre essere un vivo ricordo, perché non abbiano a ripetersi. Ne parlo con serenità attraverso una riflessione che è da un lato ricordo critico del passato, dall’altro proiezione nel futuro europeo di un mondo che non può continuare a costruire armi ed assistere a milioni di persone che muoiono di fame. Un grande Vescovo della nostra Puglia, in odore di santità, don Tonino Bello, ci ha insegnato che la frase romana ‘si vis pacem para bellum’, va sostituita con ‘si vis pacem, para pacem’. Sono grato dell’invito anche per il sacro luogo che ci ospita. Il Sacrario Militare di Bari è aperto dal 10 dicembre 1967. Fu voluto e realizzato dal Governo presieduto dal pugliese Aldo Moro, vittima del terrorismo e non solo, al quale da anni dedico impegno quotidiano per far emergere la verità negata della strage di via Fani del 16 marzo 1978 e della morte di Moro del 9 maggio 1978.
Nel Sacrario riposano le spoglie di 75.000 soldati, caduti, durante la Seconda Guerra Mondiale, in terra straniera. 40.00 soldati non hanno nome e cognome, ma certamente un’anima. E’ grande la mia emozione nell’essere qui, figlio della democrazia e della Repubblica, nato in pace ed in libertà. Il fascismo di Mussolini è la negazione della libertà e della democrazia, ma non scese dall’alto. Mussolini fu acclamato e seguito da un popolo distratto e spesso incline alla superficialità. Il fascismo supera ogni limite abolendo ogni diritto: dalla libertà personale, alla libertà di stampa, alla libertà religiosa, fino all’aberrazione delle leggi razziali, troppo spesso dimenticate.
Il fascismo è la negazione della persona, ma il 10 giugno 1940, a Piazza Venezia, quando Mussolini dichiara guerra al mondo, gli italiani applaudono. Desiderano stupidamente l’Impero, mentre non hanno nemmeno le armi, la benzina, aerei, equipaggiamenti idonei, viveri e vestiario. Al fronte vanno i giovani italiani che spesso non conoscono nemmeno Roma. Indottrinati dal ventennio fascista…si immolano per la Patria. Il Fascismo li ha resi ignoranti con una scuola elitaria creata solo per ricchi, li ha affamati con le tessere annonarie, li ha abbrutiti nell’animo e nello spirito, ma li manda in Russia, in Grecia, in Albania, in Africa. Non per turismo, come giustamente fanno i giovani di oggi, ma a combattere. Il Fascismo ha alleato l’Italia alla Germania nazista di Hitler che è l’ideatore dello sterminio degli ebrei, dei campi di concentramento e della soluzione finale. In tutto questo vanno ricordati anche quelli che si opposero al Fascismo e per questo pagarono. Tra gli altri ricordo: - il socialista Giacomo Matteotti, ucciso per volontà di Mussolini, - ilcomunista Antonio Gramsci ed il socialista Sandro Pertini, rinchiusi nel carcere di Turi, verso i quali il Duce dice ‘spegnete quei cervelli’, - il prete cattolico don Luigi Sturzo costretto all’esilio, anche per colpa di una Chiesa tiepida e troppo timorosa. Così come va ricordato il completo asservimento al Fascismo di parte della classe militare e di quella industriale, spesso indirizzate solo al profitto e alla esperienza bellica. Ecco perchè la Costituzione dice che la Repubblica ripudia la guerra.
Messaggio inviato dal presidente della regione Puglia
Messaggio inviato dal presidente onorario dell'UNIMRI
Tutto ciò che viene fatto col cuore non è mai sbagliato!