San Giorgio - il nostro Patrono-UNIMRI - Unione Nazionale Insigniti Ordine al Merito della Repubblica Italiana

San Giorgio - il nostro Patrono

    


 

San Giorgio


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Megalomartire

Nascita

275-285 circa

Morte

303 (?)

Venerato da


Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi

Ricorrenza


23 aprile
14 agosto

Attributi


Drago, palma, stendardo costituito da una croce rossa in campo bianco

Patrono di

Arcieri, cavalieri, soldati, alabardieri, armaioli, piumaroli (elmo), movimento scout;

Canada, Catalogna, Etiopia, Georgia, Inghilterra, Lituania, Malta, Portogallo, Repubblica di Genova; numerose località (vedi Patronati)

San Giorgio - (Cappadocia, 275-285 circa – Nicomedia, 23 aprile 303) è stato, secondo una consolidata e diffusa tradizione, un martire cristiano, venerato come santo megalomartire da quasi tutte le Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi. Morì prima di Costantino I, probabilmente sotto le mura di Nicomedia, secondo alcune fonti nel 303. Il suo culto è molto diffuso ed è antichissimo risalendo almeno al IV secolo.
 

Cenni biografici e  agiografia 

 

03_sn_giorgio_4In mancanza di notizie biografiche certe su san Giorgio, le principali informazioni provengono dalla Passio sancti Georgii, che però già il Decretum Gelasianum del 496  classificava tra le opere apocrife. Secondo questa fonte, Giorgio era originario della Cappadocia (regione dell'odierna Turchia), figlio di Geronzio, persiano, e Policromia, cappadoce, nato verso l'anno 280. I genitori lo educarono alla religione cristiana. Trasferitosi in Palestina, si arruolò nell'esercito dell'imperatore Diocleziano, comportandosi da valoroso soldato fino al punto di giungere a far parte della guardia del corpo dello stesso Diocleziano, divenendo ufficiale delle milizie.

03_Icona-che-raffigura-San-Giorgio-nella-chiesa-San-Giorgio-Extra-di-Reggio-Calabria Il martirio sarebbe avvenuto sotto Diocleziano stesso (che però in molte versioni è sostituito da Daciano imperatore dei Persiani), il quale avrebbe convocato settantadue re per decidere che misure prendere contro i cristiani.

Giorgio donò ai poveri tutti i suoi averi e, davanti alla corte, si confessò cristiano; all'invito dell'imperatore di sacrificare agli dei si rifiutò: secondo la leggenda venne battuto, sospeso, lacerato e gettato in carcere, dove ebbe una visione di Dio che gli predisse sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre la resurrezione.

Tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade, Giorgio resuscitò operando la conversione del magister militum Anatolio con tutti i suoi soldati, che vennero uccisi a fil di spada; entrò in un tempio pagano e con un soffio abbatté gli idoli di pietra; convertì l'imperatrice Alessandra che venne martirizzata.

A richiesta del re Tranquillino, Giorgio risuscitò due persone morte da quattrocentosessant'anni, le battezzò e le fece sparire. L'imperatore Diocleziano lo condannò nuovamente a morte e il santo, prima di essere decapitato, implorò Dio che l'imperatore e i settantadue re fossero inceneriti; esaudita la sua preghiera, Giorgio si lasciò decapitare promettendo protezione a chi avesse onorato le sue reliquie, le quali sono conservate in una cripta sotto la chiesa cristiana (di rito greco-ortodosso) a Lydda (l'odierna Lod, in Israele). 

 Culto

La festa liturgica si celebra il 23 aprile. La sua memoria è celebrata in questo giorno anche nei riti siro e bizantino. Viene onorato, almeno dal IV secolo, come martire di Cristo in ogni parte della Chiesa.

Nel 1969 la Chiesa cattolica declassò il santo nella liturgia a una memoria facoltativa, ma la devozione dei fedeli è continuata.

La leggenda aurea

03_sn_giorgio_3Si narra che in una città chiamata Selem, in Libia, vi fosse un grande stagno, tale da poter nascondere un drago, che, avvicinandosi alla città, uccideva con il fiato tutte le persone che incontrava. Gli abitanti gli offrivano per placarlo due pecore al giorno, ma quando queste cominciarono a scarseggiare furono costretti a offrirgli una pecora e un giovane tirato a sorte. Un giorno fu estratta la giovane figlia del re, la principessa Silene. Il re, terrorizzato, offrì il suo patrimonio a metà del regno, ma la popolazione si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli. Dopo otto giorni di tentativi, il re alla fine dovette cedere e la giovane si avviò verso lo stagno per essere offerta al drago. In quel momento passò di lì il giovane cavaliere Giorgio, il quale, saputo dell'imminente sacrificio, tranquillizzò la principessa, promettendole il suo intervento per evitarle la brutale morte. Poi disse alla principessa Silene di non aver timore e di avvolgere la sua cintura al collo del drago; il quale prese a seguirla docilmente verso la città. Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi, ma Giorgio li tranquillizzò dicendo loro di non aver timore poiché «Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro». Allora il re e la popolazione si convertirono e il cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città trascinato da quattro paia di buoi.

03_Raphael_-_Saint_George_and_the_Dragon_-_Google_Art_ProjectQuesta leggenda era sorta al tempo delle Crociate, e probabilmente, fu influenzata da una falsa interpretazione di un'immagine dell'imperatore cristiano Costantino, trovata a Costantinopoli, in cui il sovrano schiacciava col piede un enorme drago, simbolo del «nemico del genere umano». La fantasia popolare ricamò sopra tutto ciò, e il racconto, passando per l'Egitto, dove san Giorgio ebbe dedicate molte chiese e monasteri, divenne una leggenda affascinante, spesso ripresa nell'iconografia. San Giorgio tuttavia non è l'unico personaggio che uccide un drago: anche ad altri santi le leggende riconoscono simili imprese. È facile confondere san Giorgio con san Demetrio o san Teodoro.

Nell'iconografia San Giorgio spesso compare con l'epiteto "O Τροπαιοφόρος" (il vittorioso).

Nel Medioevo la lotta di san Giorgio contro il drago diviene il simbolo della lotta del bene contro il male e per questo il mondo della cavalleria vi vide incarnati i suoi ideali. La leggenda del soldato vincitore del drago contribuì al diffondersi del suo culto che divenne popolarissimo in Occidente ed in tutto l'Oriente bizantino, ove è per eccellenza il «grande martire» e il «trionfatore». Rapidamente egli divenne un santo tra i più venerati in ogni parte del mondo cristiano. Vari Ordini cavallereschi portano oggi il suo nome e i suoi simboli: l'Ordine della Giarrettiera, l'Ordine Teutonico, l'Ordine Militare di Calatrava; il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e molti altri.

Secondo vari studiosi, San Giorgio e San Michele sono eredi dell'immagine dell'eroe radioso che uccide un drago, parte della fase solare del mito della creazione il cui archetipo fu il dio babilonese Marduk.
 

Reliquie

03_sn_giorgio_2Grande venerazione riscosse il sepolcro del martire; le sue reliquie furono03_sn_giorgio trasferite, probabilmente durante l'invasione persiana all'inizio del sec. VII o, poco dopo, all'arrivo dei musulmani in Palestina.

A Roma, Belisario (ca. 527) affidò alla protezione del santo la porta di san Sebastiano e la chiesa del Velabro, dove venne poi trasferito il cranio di san Giorgio, trovato in Cappadocia da papa Zaccaria (744–752). Il nome di san Giorgio era invocato contro i serpenti velenosi, la peste, la lebbra e la sifilide e, nei paesi slavi, contro le streghe.

Dal 1996, dietro autorizzazione ecclesiastica, san Giorgio è il santo protettore delle "Guardie Particolari Giurate".
 

Edifici religiosi

Numerosi sono gli edifici religiosi dedicati a San Giorgio nel mondo.
 

 Patronati In Italia

In Italia il culto per san Giorgio è assai diffuso e le città e i comuni di cui è patrono sono più di cento, di cui uno capoluogo di regione (Campobasso), e tre capoluoghi di provincia (Ferrara, Ragusa e Reggio Calabria), inoltre si contano ben ventuno comuni che portano il suo nome.

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